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SCIM: Conferenza “Cucine italiane, identità mediterranee. Uno sguardo storico” G.Proglio

Il Mediterraneo è stato letto e interpretato storicamente da numerosi punti di vista: come crocevia di culture e lingue, di storie e identità; come luogo unico nel quale sono approdati saperi e vissuti; oppure, al contrario, come spazio di connessione tra differenti e conflittuali aree culturali. Nella presentazione, l’obiettivo è di adottare un altro sguardo che possiamo definire globale e transnazionale sul cibo e sull’alimentazione. La cucina italiana è fatta, infatti, da numerose influenze provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente – si pensi alle spezie, ma anche all’eredità della presenza ottomana sulla costa meridionale del mare. In aggiunta a ciò, recenti studi hanno chiarito come non si possa parlare di una singola cucina nazionale italiana, ma di differenti e molteplici cucine, differenziate per il passato politico, economico e sociale di ogni area. In tal senso, il lavoro di Ancel Keys – il fisiologista americano che studiò la cosiddetta dieta Mediterranea – ha contribuito a creare un immaginario uniforme sulle gastronomie nel bacino del mare che non corrisponde alla complessità e molteplicità degli stili di alimentazione. Grano, uva e olivo: attorno a questi tre elementi hanno gravitato le narrazioni prima dell’Italia liberale, poi del Fascismo e infine dell’Italia Repubblicana. Eppure, sappiamo bene come in moltissime comunità del Mediterraneo questi elementi non erano centrali (si pensi al burro, all’uso di altri cereali, ai fichi) o avevano declinazioni differenti per genere, stato sociale e background culturale (il pane nero ne è l’esempio più concreto). Partendo da questi presupposti, si ragionerà intorno alla complessità degli scambi passati e presenti tra le due sponde del mare, riflettendo anche sul ruolo della sovranità alimentare e sul ruolo centrale della tutela della biodiversità.

locandina proglio def

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  • Organizzato da: IICTUNISI
  • In collaborazione con: ISLT