Si tende spesso a considerare l’emigrazione come monodirezionale, dal Sud al Nord del mondo. Eppure, tra XIX e XX secolo, gli italiani si sono spostati in senso opposto, salpando dalle sponde settentrionali del bacino mediterraneo per arrivare a quelle meridionali della Tunisia. Un fenomeno di cui i libri non parlano molto, al contrario dei numeri: basti pensare che nel 1901, solo per fare un esempio, la comunità italiana in Africa contava 72 mila persone, al contrario di quella francese di circa 24 mila. Alfonso Campisi, autore di Parole e immagini di una storia minore (Arabesques, 2024) e docente di Filologia romanza all’Università La Manouba di Tunisi, approfondisce il discorso e restituisce la straordinaria complessità del mélange culturale derivato dall’incontro tra migranti siciliani e popolazione tunisina, riavvolgendo i fili di un passato plurale che racconta molto anche del nostro presente.
ALFONSO CAMPISI
Trapanese di nascita e tunisino d’adozione, Alfonso Campisi è professore ordinario di Filologia italiana e romanza all’Università La Manouba di Tunisi, dove ha fondato la prima cattedra universitaria al mondo di Lingua e Cultura siciliana. Vive a Tunisi da 25 anni. Costantemente impegnato nella promozione di un dialogo interculturale fra Italia e Tunisia, nel 2022 gli è stato conferito dalla città di Palermo il prestigioso Premio Tessera Preziosa del Mosaico. Autore, tra gli altri, di Parole e immagini di una storia minore (Arabesques, 2024), è tra i vincitori del Premio Flaiano per la narrativa 2021 con Terres promises (Arabesques, 2018), romanzo in lingua francese.
ROSY CANDIANI
Sudiosa del teatro e del melodramma. Da anni si dedica inoltre a lavori sui legami culturali tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, sulle affinità e sulle identità peculiari delle forme artistiche performative. I suoi ultimi contributi riguardano i percorsi del mito, della musica e dei concetti di maternità e identità lungo i secoli e lungo le rotte tra la riva Sud del Mediterraneo e l’Occidente.