Dal prossimo 26 febbraio sarà aperta al pubblico la mostra di Monia Ben Hamouda, Ya’aburnee, curata da Anissa Touati, presso la Galleria Selma Feriani di Tunisi in partnership con l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi.
La mostra dell’artista italo-tunisina, che lo scorso dicembre ha vinto il prestigioso MAXXI BVLGARI PRIZE 2024, prende il nome dal concetto arabo che si traduce come “mi seppellisci”, riflettendo il desiderio altruistico che una persona amata sopravviva a se stessa. L’amore e il sacrificio, onnipresenti nella mostra, esplorano le complesse idee di linguaggio, storia e comprensione attraverso un’installazione che si sviluppa su tre piani della galleria, combinando pittura, scultura e opere sonore, sfumando il nostro rapporto con lo spazio. Ben Hamouda mira a catturare il paesaggio sonoro distintivo dei paesi arabi, sottolineando come questi suoni plasmino l’identità culturale e la percezione.
Monia Ben Hamouda (Milano 1991) è un’artista visiva italo-tunisina, che lavora tra al-Qayrawan e Milano. Seguendo la convinzione che ogni individuo sia inestricabilmente legato al proprio albero genealogico e all’universo psicologico dei propri antenati, cerca di dominare le proprie influenze in un paesaggio contemporaneo e in continuo cambiamento. Figlia di un calligrafo islamico, naviga e affronta il suo patrimonio generazionale attraverso un processo sciamanico – creando opere che agiscono come esorcismi gestuali delle aspettative imposte su di lei dalla tradizione e dal presente politicizzato, traendo il loro potere dall’urgenza dell’espressione. Il suo linguaggio visivo è intriso di simbolismo culturale-religioso e rituali.